DALLA MANSARDA FRANCESCE HA PRESO L'ATMOSFERA BOHÉMIEN PER ACQUISTARE UN CARATTERE FORTE E CONTEMPORANEO. IL PROGETTO DI MASSIMILIANO CAMOLETTO ONDEGGIA TRA RIGORE ED EMOZIONE
di Rosaria Zucconi e Francesca Benetto - foto di Luisa Porta
L’appartamento, in un palazzo fine Ottocento di un quartiere residenziale borghese nella storica downtown torinese, era stato denominato dalla proprietà ‘Petit...read more
DALLA MANSARDA FRANCESCE HA PRESO L'ATMOSFERA BOHÉMIEN PER ACQUISTARE UN CARATTERE FORTE E CONTEMPORANEO. IL PROGETTO DI MASSIMILIANO CAMOLETTO ONDEGGIA TRA RIGORE ED EMOZIONE
di Rosaria Zucconi e Francesca Benetto - foto di Luisa Porta
L’appartamento, in un palazzo fine Ottocento di un quartiere residenziale borghese nella storica downtown torinese, era stato denominato dalla proprietà ‘Petit Paris’ già prima che venisse coinvolto nel progetto di ristrutturazione Massimiliano Camoletto, dello studio UdA Architetti, con Matteo Franco. “Interpretare con sguardo contemporaneo un tema come quello di abitare un sottotetto — che negli anni ’70 e ’80 ha riempito pagine di riviste e libri d’interior — può rappresentare anche oggi un privilegio”, spiega l’architetto. “La trave di legno a vista, che oggi definiremmo vintage, rimane un’immagine iconica di quell’epoca. Ma se guardiamo a Parigi, il concetto di mansarda ha accompagnato per secoli il mondo della cultura bohémien nella letteratura e nella pittura parigine”, continua Camoletto. “Così, quando sono stato chiamato a valutare la fattibilità di questo progetto, senza interferire con le volte presenti in ogni vano, né con la muratura portante in mattoni e pietra, ho sentito l’assoluta necessità di offrire una dignità a quegli spazi angusti e frammentati”.
Concluse le demolizioni delle partizioni interne, delle volte intermedie e delle strutture sottotetto, è apparso evidente che il volume vuoto a doppia altezza aveva una sua forza e la purezza di uno spazio pronto a una nuova vita.
Con la collaborazione dell’architetto Valter Camagna, sempre dello studio UdA, per la direzione strutturale e impiantistica, il progetto si è sviluppato intorno al muro di spina del palazzo, che incrocia l’ingresso e diventa elemento di separazione tra il living, la camera padronale con bagno e una stanza studio con soppalco, utilizzabile come camera degli ospiti.
L’intervento architettonico ha seguito linee guida precise: consentire la massima permeabilità della luce naturale, creare la percezione di un open space unico e omogeneo, pur nel rispetto della privacy di certi ambienti, garantire le principali funzioni pratiche della quotidianità senza interferire con un’estetica rigorosa. Infine assicurare performance acustiche a prova di rumori interni ed esterni e, su precisa richiesta dei proprietari, dedicare grande attenzione al sound design mediante la scelta di innovativi diffusori sonori integrati nelle pareti in maniera invisibile.
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